La metodologia della didattica a compartimenti stagni, giunge a frammentare le diverse componenti del linguaggio. Forma, ritmo e armonia diventano oggetto di apprendimenti separati, privi di quella fusione che è vitale alla stessa funzionalità.
Un secondo limite della didattica è lo spazio nullo o irrisorio lasciato alla creatività o anche solo all’iniziativa dell’allievo.
Un terzo limite riguarda le procedure dell’insegnamento. Si procede da definizioni teoriche a regole grammaticali, tecniche esecutive e verifiche di memoria. Una didattica autoreferenziale che prescinde dai bisogni concreti e attuali dell’allievo. L’allievo cosi agendo, non vede il nesso con il mondo della percezione sensibile, della vita e di ciò che per lui è significativo.
L’amore per l’astrazione di cui va fiero il modello tradizionale della didattica è la prima causa di “aritmia”, ovvero l’incapacità di improvvisare, di comporre e di riflettere sui processi del linguaggio.
Val meglio dare ai bambini la facoltà di scegliere tra il bene e il male , tra il bello e il brutto, che insegnar loro tutto ciò che e bene o tutto ciò che è male.Solo se si educa il senso critico è possibile costruire e potenziare autonomia e libertà personale.
Nell’atto creativo, non c’è memora, non c’è scienza , non c’è conoscenza.
Questi fatti sono sempre legati al passato. L’atto creativo non accetta condizioni a parte se stesso. Il presente è la genesi.
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