EQUILIBRIO E ATTENZIONE

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Non capirai mai cos’è l’equilibrio se non lo avrai perso centinaia di volte.


Come sia possibile chiedere attenzione ed equilibrio con un semplice gesto o parola imperativa sembra una follia!. Ma questo è quello che succede nella realtà educativa, ossia nell’illusione educativa.

L’equilibrio e l’attenzione di per sé non esistono come concetti. Possiamo solo vedere una persona attenta o un funambolo che attraversa il World Trade Center di New York.

Perchè non lo definisce concetto-abilità ( skill ) ma piuttosto un potenziale ?( mind set). Mentre il concetto/abilità deve essere una categoria uguale e riconoscibile per tutti e non e non modificabile per non apparire altro, il potenziale a seconda dello sviluppo raggiunge valori qualitativi diversi e funzioni diverse. Quindi possiamo definire l’equilibrio o l’attenzione più uno stato mentale e psicologico piuttosto che uno stato fisico uguale per tutti.

Capite che a queste condizioni bisogna cambiare paradigma ?

Ogni apprendimento necessita di passare da infiniti errori, e questi errori non devono mai , e dico mai!!! essere evidenziati per via emozionale negativa.

Quando un bambino impara a camminare cade centinaia di volte prima che capisca come regolare movimenti e aggiustamenti necessari a rimanere stabile nella sua immatura goffa andatura. Perchè il bambino si rialza e riprova molte volte nel suo intento?

Molto probabilmente perchè filogeneticamente abbiamo programmato il processo apprendimento della deambulazione eretta facendo si che alcuni recettori della memoria fossero esclusi o non ancora sviluppati da reagire alle emozioni disturbanti. Questa è una meraviglia dell’intelligenza, accendere o spegnere gli interruttori al momento giusto a seconda dei bisogni.

Basterebbe un intervento esterno di timore o paura a far ritardare questo processo innato nei bambini.

Quindi qual’è la differenza tra un funambolo come Philippe e una persona comune come noi?

Quando Philippe è su quel cavo sospeso a più di quattrocento metri da terra, non c’è nessuna memoria ( interruttore che si accende) a ricordargli gli errori commessi in passato , ma la piena consapevolezza( delle centinaia di migliaia di passi errati ) e fiducia che ogni singolo passo nel vuoto lo accompagnerà nella sua impresa.

Spesso mi domando perchè ai ragazzi non si raccontino le straordinarie imprese che uomini e donne hanno compiuto nello sport, nelle discipline artistiche, piuttosto che pensare che il corpo e la mente possano ubbidire ad un comando verbale di una stupida autorità insegnante. Se un segno dobbiamo lasciare che sia di affetto e che rimanga nelle memorie del cuore.


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