Siamo arrivati alla fine dell'anno scolastico ed è giunto il momento di far vedere qualcosa di quello che siamo!
Certo è proprio quello che "siamo" che deve cogliere chi ci osserva, non certo quello che facciamo o come lo facciamo.
Qui il giudizio non è menzionato non esiste il bello e il butto, il leader e il gregario.
Voglio ricordare che la scuola dell'infanzia non è la "scuola delle prestazioni o della competizione".
Non è assolutamente la valutazione il nostro obiettivo nel lavoro con i bambini, ma diversamente un lavorare su di sè.
Lavoro, che per i non addetti è difficile capire, perchè bisognerebbe conoscerne le leggi e il simbolismo.
IL nostro intento è creare un dialogo tonico emozionale tra il mondo interiore ( angoscie, paure, abbandoni , riconoscimento, appartenenza, cura )
e quello esteriore ( spazio, tempo, regole, relazioni e routine) un percepire il bello e ciò che ci fà stare bene, affinchè il pensiero possa svilupparsi coerentemente insieme al linguaggio.
Riconoscere nell'altro se stessi, accettando le diversità che ci arricchiscono e ci fanno sentire umani, e non macchine, sentendosi sempre integrato e parte del tutto.
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