I figli sono come gli aquiloni: gli insegnerai a volare, ma non voleranno il tuo volo. Gli insegnerai a sognare, ma non sogneranno il tuo sogno. Gli insegnerai a vivere, ma non vivranno la tua vita. Ma in ogni volo, in ogni sogno e in ogni vita rimarrà per sempre l’impronta dell’insegnamento ricevuto. Madre Teresa
“Figli della Libertà” è un film profondamente onesto, in cui non troveremo soluzioni impacchettate da applicare, convinzioni assodate da trasmettere o teoremi da dimostrare. E’ la storia lunga un anno di una famiglia che si fa domande, che esprime i dubbi e le difficoltà di chiunque si ponga seriamente e autenticamente il problema dell’istruzione dei propri figli. E’ la storia di una famiglia che vuole confrontarsi con altre famiglie: con altri papà, altre mamme, altri bambini e altri insegnanti. Normalmente la scuola come la conosciamo è difficilmente messa in discussione: dagli insegnanti ai metodi e agli approcci di riferimento applicati; dagli ambienti ai tempi dei bambini che quasi mai vengono rispettati, dai loro bisogni essenziali quasi sempre ignorati ai loro reali talenti e interessi. Che i bambini non vadano volentieri a scuola è quasi un topos letterario, una sorta di stereotipo, un’ovvietà che genera da sempre un occhio e un sorriso tra l’indulgente e il divertito, che propone storie, leggende, barzellette e storielle a non finire. Senza mai, però, una riflessione attenta, approfondita, onesta sulle cause delle tante difficoltà incontrate dai nostri figli. E le classi si affollano ogni anno di più di bambini compressi, stressati e profondamente inascoltati. Di bambini che, se non rientrano nei ranghi fissati e decisi, saranno qualificati come malati di scarsa attenzione, come affetti dalla malattia del troppo movimento, come soggetti problematici, difficili, ingestibili, da rinviare a psicologi ed esperti formatissimi e preparatissimi a classificare e ad etichettare.
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